Chip shortage: la carenza di semiconduttori ci motiva a dare il nostro meglio
La carenza dei semiconduttori è iniziata nel 2020 come effetto non previsto della pandemia. L’onda lunga creata dalla chip shortage continua a interessare il settore dell’elettronica e si è estesa, più in generale, in ogni comparto produttivo. Mancano chip, sensori e memorie che fanno funzionare centraline, computer e apparecchiature di vario genere. Di fronte a una situazione che colpisce in modo trasversale ormai tutti è importante affrontare compatti uno scenario profondamente cambiato nel giro di poco tempo, più che farsi concorrenza.
Qualche segnale incoraggiante si intravede, anche se il quadro non può certo definirsi ancora rassicurante. Per quanto riguarda i materiali standard la situazione è in lento ma costante miglioramento. Sia la reperibilità dei semiconduttori sia l’aumento dei prezzi non sembrano destare particolare preoccupazione. Lo scenario cambia totalmente in riferimento ai materiali fuori standard. Per ricevere una fornitura in questo caso possono passare svariati mesi.
Oltre al costo della materia prima, l’aumento rischia di sommarsi alla lavorazione vera e propria. La crescente necessità di ricorrere a subforniture nella catena di approvvigionamento impedisce di avere il pieno controllo e quindi di avere stime stabili sui prezzi. Il risultato è una estrema difficoltà nel programmare la produzione e una crescente incertezza.
In Europa, Ursula Von Der Leyen nel discorso sullo Stato dell’Unione dello scorso 15 settembre è stata chiarissima: “Oggi dipendiamo da componenti integrati avanzati prodotti in Asia. Non è solo un problema di competitività. È piuttosto un tema fondamentale per garantire la nostra autonomia tecnologica”. È così stato approvato lo European Chips Act con l’obiettivo di “creare un ecosistema favorevole allo sviluppo della microelettronica, che comprenda anche la produzione”. La volontà è raddoppiare la produzione di semiconduttori in Europa entro il 2030 e di passare da una quota del 10% del mercato globale al 20% in dieci anni.
In questo difficile panorama globale EL.C.A. mostra la propria determinazione e si prodiga costantemente per mettere in campo tutte le proprie capacità e potenzialità.
Il continuo lavoro di sensibilizzazione e coinvolgimento della Clientela sulla situazione in corso ha permesso di ottenere i risultati sperati: la produzione per una buona parte del 2022 è già in agenda.
Restano le incognite legate all’andamento dei prezzi e il relativo rischio di inflazione. Ma c’è anche una maggiore consapevolezza da parte dei Clienti di dover riconsiderare le stime effettuate a lungo termine.
Il vero segnale positivo resta la crescente volontà di dialogare di persona, mettendo da parte pregiudizi e perplessità. Il settore dell’elettronica in Italia ha ancora molto da dire ed EL.C.A. è parte integrante di esso.